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“Il decadente capitalismo internazionale ma individualistico, nelle cui mani ci siamo trovati […], non è un successo. Non è intelligente, non è bello, non è giusto, non è virtuoso, – e non mantiene quel che ha promesso. In breve, non ci piace, e stiamo anzi cominciando a disprezzarlo. Ma quando ci domandiamo che cosa dobbiamo mettere al suo posto, siamo estremamente perplessi”.
“Liberiamoci dai principi metafisici o generali sui quali, di tempo in tempo, si è basato il laissez-faire […]. Il mondo non è governato dall’alto in modo che gli interessi privati e quelli sociali coincidano sempre; nè è condotto quaggiù in modo che in pratica essi coincidano.” Così scriveva Keynes nel 1926 in quell’illuminante saggio dal titolo La fine del “laissez-faire”, anticipatore della Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta, sua opera maggiore. Oggi, come o più di ieri, le analisi keynesiane dimostrano la loro validità e la loro attualità nella constatazione che il sistema capitalistico non è in grado di autoregolarsi e tracciano l’orizzonte di un equilibrio tra interventismo statale e libera impresa che si pone come sfida per il futuro. Postfazione e sezione antologica a cura di Mario Gregori.
John Maynard Keynes (Cambridge, 1883 – Firle, Sussex, 1946) è stato una delle figure fondamentali della scienza economica. Il suo pensiero ha profondamente influenzato l’elaborazione economica, sociologica e politica del Novecento.
Informazioni aggiuntive
Codice ISBN | 9791280048172 |
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N° pagine | 180 |
Anno di pubblicazione | 2022 |
Introduzione di | Salvatore Veca |
Postfazione di | Mario Gregori |